mercoledì 2 novembre 2011

Colpa delle vittime se i bulli sono violenti!

Questa mattina mi sono imbattuta in una notizia che dovrebbe sconvolgere, ma mi ha solo fatto pensare che la storia si ripete e se chi si rende conto di questo fatto non fa niente per cambiarla non possiamo fare i falsi moralisti e dire:"Ma chi l'avrebbe mai detto?"
In Inghilterra per evitare che dei ragazzini venissero torturati dai bulli, per la loro effeminatezza, le maestre hanno loro consigliato di evitare di dimostrare la propria omosessualità. Leggendo mi è tornata alla mente la mia esperienza di ragazzina "procace".
Quando andavo alle medie dimostravo più della mia età, ero alta e con forme già ben definite. La cosa provocava pruriti ai maschietti che dimostravano il loro apprezzamento più o meno apertamente. Ovviamente c'erano anche lì dei bulli che approfittavano del fatto che ero una ragazzina, anche un po' timida, sbattendomi contro il muro del bagno e mettendomi le mani addosso. Mano sulla bocca per non far sentire le mie urla e mani di tre/quattro ragazzini sulle parti intime. Gli altri fingevano di non vedere e le femmine scappavano giudicandomi una facile. Gli sguardi di panico non impietosivano nessuno, anzi, per molti era meglio così, visto che alla fine se io ero la vittima non lo erano loro. Ovviamente una volta finito l'intervallo scattavano le minacce e come tutti quelli che subiscono violenza io tacevo. Un giorno finalmente un professore (quello di inglese) si rende conto che qualcosa non va, entra nel bagno, vede la scena e si mette a urlare, i bulli scappano e rimango io, questo mi prende per un braccio, mi porta in classe e cosa mi dice? Che sono un'oca! Che è colpa mia! E la soluzione diventa... non andare più in bagno! Il fatto viene denunciato anche agli altri insegnanti e la professoressa di italiano, davanti a tutta la classe mi attacca, dicendo che essendo una femmina devo stare con le femmine e smettere di fare la gallina con i maschietti. Io ho sempre avuto un carattere da maschiaccio, sono cresciuta con amici maschi e a 12 anni non capivo cosa c'era di sbagliato in me. Io giocavo con la bici, con i pattini a nascondino come tutti gli altri e non capivo perché se la prendessero con me. Non andavo più in bagno durante l'intervallo, arrivavo a scuola sempre con i miei amici più cari e uscivo di corsa, perché non appena rimanevo da sola ne approfittavano, minacciandomi e facendomi sentire una poco di buono. Quando c'era l'ora di ginnastica dovevamo andare in tuta e la cosa mi mandava in panico, perché la mia preoccupazione era che mi infilassero le mani nelle mutande. Quando avevo il ciclo sudavo freddo perché temevo che qualcuno se ne accorgesse, dato che una volta i soliti bulli avevano preso di mira una ragazzina più grande urlandole, in mezzo alla strada di abbassarsi le mutande e far loro vedere la "figa sanguinante", me lo ricordo come se fosse ieri, lei piangeva e scappava, io avrei voluto aiutarla, ma ero sollevata perché per una volta non ero io la vittima delle loro attenzioni. Gli insegnanti erano lì, avevano sentito, ma non fecero nient'altro che accendere l'auto e andarsene a casa! 
Adesso i tempi sono cambiati, si è raggiunto l'opposto con ragazzine che a 12 anni si vantano di aver già avuto rapporti completi e le vittime sono altre: i timidi, i nerd, i gay... ma vedo che l'atteggiamento degli insegnanti non è cambiato, forse è il caso di fare qualcosa, perché io sono stata fortunata e non ho mai subito una vera violenza sessuale e ho avuto la capacità di capire cosa fosse successo, ma per anni mi sono sentita sporca, pur non avendo nessuna colpa.
Dopo anni ho capito che questo atteggiamento è lo schifosissimo atteggiamento di maschilismo che dice che se una donna viene violentata è per colpa sua e non per colpa di uomini che non sono in grado di tenere tra le gambe il loro peduncolo pruriginoso. La colpa continua ad essere di chi vuole piacersi, ma se lo fa rischia di piacere troppo ai signori uomini. La colpa è di una cultura nuovamente illiberale e maschilista, che vede la donna come buco dove soddisfare i propri bisogni fisiologici. 
Quindi cominciamo ad educare chi dovrebbe crescere una parte della mentalità dei nostri figli, perché io posso così cercare di crescere bene mia figlia, ma se poi questi sono gli insegnamenti che riceve a scuola, non posso stupirmi che subisca violenza perché diversa dalle altre (come è successo a me) o che al contrario si ribelli e diventi lei una violenta.  

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