giovedì 17 novembre 2011

Neuro-deliri di nanetti infantili!

Dopo qualche giorno di riposo si riaccende il nano malefico! Dopo aver annunciato il lancio del disco col suo cantante preferito, nonché star intergalattico Apicella, ahimè, ha deciso di emulare il buon Jucas: "Monti si dimetterà.. quando lo dico iooooo!" Il nuovo esecutivo si è messo alacremente al lavoro, cercando di non incrociare le dita per evitare che si incastrino. Sai che noia chiedere poi al mago-nano di intervenire con la parola magica:"Mi consenta!"
Saltellando a piedi uniti chiede la legge sulle intercettazioni, insomma continua a fregarsene se andiamo in bancarotta, l'importante è che nessuno senta le telefonate alle sue bambine, diamine, poi lo scoprono che ne ha più di una e come si fa? Si ingelosiscono e al posto dei finti gioielli Tiffany, tocca comprarli veri!
Attacca Napolitano che li trattava come bambini delle elementari:"Ci correggeva con la matita rossa, come la maestra!" E benedici il cielo che non si usa più la bacchetta, altrimenti sai che ridere a fare le conferenze stampa con le mani viola? L'altro micro-cefalo del Brunetta chiede che Monti dica che sono stati bravi... appunto, come i bambini delle elementari, ma cosa possiamo aspettarci da un uomo con la circolazione sanguigna di un colibrì? Il sangue non fa in tempo ad irrorare il cervello che è al popò, poi fa confusione e spara stronzate il piccolino!
Dai ragazzi, coraggio, andate a casetta, prendete in mano il pisellino e giocate con la pompetta, sgnick-sgnick-sgnick-sgnick-SU..... pfiiiiiiiii-GIU..... sgnick-sgnick-sgnick-sgnick-SU..... pfiiiiiii-GIU
Voi fate allenamento, noi evitiamo di sentire nuovi neurodeliri di cervelli mono-neuronici!

lunedì 14 novembre 2011

Kaiser Chiefs a Milano: un delirio appagante

Alla fine ce l'abbiamo fatta: siamo andati al concerto!
Arriviamo un'ora prima dell'apertura dei cancelli e in coda c'è ben poca gente, decido di stare lì comunque e alle 19.40 finalmente di aprono i varchi, entriamo... Piccolo, molto piccolo! Poca gente, molto poca! Insomma alla fine ci troviamo in seconda fila. Aprono due gruppi supporters: i "Transfers" gruppo di San Diego (CA) e i "Tribes" londinesi. Bravi, ma già da qui si capisce che l'audio non è il massimo. 
Alle 21.30 finalmente si spengono le luci e parte il tipico boato, il concerto si apre con la ghost track dell'ultimo album:"The future is medieval". Salgono sul palco e cominciano con "Everyday I love you less and less", iniziamo saltando insomma, non che fosse difficile da immaginare vista la produzione del gruppo! Ricky sorride, ammicca, è carico... alla seconda canzone è già nella folla, in piedi sulla balaustra. Seconda canzone che tra l'altro è: "Never miss a beat", la preferita di mia figlia, la piccoletta che quando la sente canta a squarciagola e che quando le ho detto che volevo andare al concerto, mi ha chiesto:"Ma chi? Quelli di take a loo"?
Il concerto procede con un cantante pieno di energia, e che inizia con il primo singolo tratto dal nuovo album:"Little shocks"! La canzone che ha fatto capire che stavano tornando, dopo quattro anni di silenzio. Peccato l'audio sia scarso e la voce si senta ben poco e peccato per un pubblico poco numeroso e composto da deficienti! Il pogo sulle canzoni dei KC viene naturale, ma di norma finita una canzone ci si riprende gli spazi, non si rimane incollati come sardine in scatola. Io ero davanti per cui non vedevo molto bene gli urlatori centrali, ma Ste mi diceva che, oltre a urlare cazzate incomprensibili, facevano il saluto romano, probabilmente ispirati dal termine Kaiser... peccato che non ci sia politica nelle canzoni dei KC! 
La canzone venuta meglio a mio avviso è "The angry mob", finita la parte "ufficiale", tacciono le chitarre, Ricky e Nick continuano con il fraseggio in un silenzio surreale, un secondo di silenzio e... boom, riparte tutto il gruppo con il ritornello, in un frastuono travolgente.
Il concerto finisce nella sua parte "ufficiale" con Ricky che sale le scale della discoteca, tra una micro-folla di fans e chiacchiera allegramente col pubblico, sempre ammiccando e sorridendo, ma con dentro una carica che si sente da come parla, da come si muove. 
Escono e dopo qualche minuto rientrano per i consueti bis e finiscono con una delle poche canzoni lente: "Love's not a competition". Escono, si accendono le luci, ma dentro rimane una carica esplosiva, per tutto il ritorno in macchina sono riuscita a dire solo:"Oh, my God!" e mi sono ripromessa che la prossima volta sarà in Inghilterra, dove credo diano ancora di più di quello che hanno dato ieri sera, davanti, ripeto, a un pubblico per la maggioranza scarso e ignorante!
L'ultima nota è una nota personale, dedicata a tutti quelli che mi hanno detto di fare la persona adulta: signori miei, le passioni sono personali, l'amore per la musica e per l'arte è sempre corretto e non va giudicato a seconda di chi si ama. Essere adulti non significa andare solo alla Scala o a vedere musei e mostre, non sono io che sono infantile, siete voi che siete deficienti! Nel senso che deficitate di cultura, in questo caso musicale, io non disdegno la musica classica e tanto meno le arti figurative in generale, ma voi, che vi rifiutate di ascoltare musica con un minimo di ritmo, perché è da ragazzini, beh non sapete cosa vi perdete e fareste bene a pensare prima di sparare sentenze e offendere una persona, che semplicemente AMA un gruppo che voi nemmeno vi degnate di ascoltare, per cui... io sarò infantile, ma voi siete ignoranti, saccenti e discretamente imbecilli!

giovedì 10 novembre 2011

L'invidia della casta


Ogni giorno ci penso e ogni giorno mi vien da pensare che la gente usa la bocca per parlare, ma spesso non collega il cervello.
Il governo è lì lì per cadere e tutti a dire che tanto nulla cambierà, che la casta è sempre quella e poi quando si chiede loro di far qualcosa: "Chi, io?" Sì, sì, tu! Tu che pensi che i politici fanno tutti schifo, perché non fai qualcosa per cambiare il sistema? La politica fa schifo? Cambiamola! I politici sono sempre gli stessi? Perché non scendi in campo? Ma no, ovvio, perché sporcarsi le mani quando si può stare seduti in poltrona a commentare lo schifo che ci propinano? 
Sono un'assidua frequentatrice di facebook, strumento che trovo molto utile per capire la gente e i commenti sono sempre gli stessi, negativi: la destra e la sinistra sono uguali, nessuno si occupa dei problemi della gente... ma quando si chiede un impegno... eh no! Non ho tempo! Non ho voglia! Ma ti pagano? Ah, ecco... allora siete tutti come quelli che tanto criticate miei cari! Se vi muovete solo dietro compenso non potete criticare! 
Io sono scesa in politica, ho scelto di dare il mio apporto e vedo dall'interno i problemi della politica, posso dire di aver visto molti frequentare il partito solo finché non gli si è posta una poltroncina sotto il popò. Ho visto molti che lo hanno lasciato perché speravano gli si proponesse un posto e non è avvenuto. Ho visto gente promettere di dare e ha dato finché non ha avuto il nome sul giornale e poi si è eclissata perché aveva altri impegni. Ho visto gente lodare colleghi di partito (chiamiamoli così che se dico compagni a molti vengono i brufoli dal nervoso) finché gli è fatto comodo. Ma vedo anche gente che lavora 10 ore al giorno, va a casa, cena ed esce di nuovo per poter dare il proprio contributo di idee e... tremate... senza nessun compenso! Vedo politici, che hanno la poltrona a Roma, che il weekend quando potrebbero godersi i "privilegi della casta" scendono in piazza a fare gazebo, incontrano la gente comune per capire quali sono i problemi di ogni giorno, propongono azioni da fare per invogliare la gente ad agire, a capire... 
Quindi miei cari, se volete cambiare le cose, venite nelle sedi di partito a dire la vostra idea, a costruire qualcosa per voi e per i vostri concittadini, ma attenti perché si fa gratis, perlomeno all'inizio, poi se siete bravi... magari farete parte della casta! 

mercoledì 2 novembre 2011

Colpa delle vittime se i bulli sono violenti!

Questa mattina mi sono imbattuta in una notizia che dovrebbe sconvolgere, ma mi ha solo fatto pensare che la storia si ripete e se chi si rende conto di questo fatto non fa niente per cambiarla non possiamo fare i falsi moralisti e dire:"Ma chi l'avrebbe mai detto?"
In Inghilterra per evitare che dei ragazzini venissero torturati dai bulli, per la loro effeminatezza, le maestre hanno loro consigliato di evitare di dimostrare la propria omosessualità. Leggendo mi è tornata alla mente la mia esperienza di ragazzina "procace".
Quando andavo alle medie dimostravo più della mia età, ero alta e con forme già ben definite. La cosa provocava pruriti ai maschietti che dimostravano il loro apprezzamento più o meno apertamente. Ovviamente c'erano anche lì dei bulli che approfittavano del fatto che ero una ragazzina, anche un po' timida, sbattendomi contro il muro del bagno e mettendomi le mani addosso. Mano sulla bocca per non far sentire le mie urla e mani di tre/quattro ragazzini sulle parti intime. Gli altri fingevano di non vedere e le femmine scappavano giudicandomi una facile. Gli sguardi di panico non impietosivano nessuno, anzi, per molti era meglio così, visto che alla fine se io ero la vittima non lo erano loro. Ovviamente una volta finito l'intervallo scattavano le minacce e come tutti quelli che subiscono violenza io tacevo. Un giorno finalmente un professore (quello di inglese) si rende conto che qualcosa non va, entra nel bagno, vede la scena e si mette a urlare, i bulli scappano e rimango io, questo mi prende per un braccio, mi porta in classe e cosa mi dice? Che sono un'oca! Che è colpa mia! E la soluzione diventa... non andare più in bagno! Il fatto viene denunciato anche agli altri insegnanti e la professoressa di italiano, davanti a tutta la classe mi attacca, dicendo che essendo una femmina devo stare con le femmine e smettere di fare la gallina con i maschietti. Io ho sempre avuto un carattere da maschiaccio, sono cresciuta con amici maschi e a 12 anni non capivo cosa c'era di sbagliato in me. Io giocavo con la bici, con i pattini a nascondino come tutti gli altri e non capivo perché se la prendessero con me. Non andavo più in bagno durante l'intervallo, arrivavo a scuola sempre con i miei amici più cari e uscivo di corsa, perché non appena rimanevo da sola ne approfittavano, minacciandomi e facendomi sentire una poco di buono. Quando c'era l'ora di ginnastica dovevamo andare in tuta e la cosa mi mandava in panico, perché la mia preoccupazione era che mi infilassero le mani nelle mutande. Quando avevo il ciclo sudavo freddo perché temevo che qualcuno se ne accorgesse, dato che una volta i soliti bulli avevano preso di mira una ragazzina più grande urlandole, in mezzo alla strada di abbassarsi le mutande e far loro vedere la "figa sanguinante", me lo ricordo come se fosse ieri, lei piangeva e scappava, io avrei voluto aiutarla, ma ero sollevata perché per una volta non ero io la vittima delle loro attenzioni. Gli insegnanti erano lì, avevano sentito, ma non fecero nient'altro che accendere l'auto e andarsene a casa! 
Adesso i tempi sono cambiati, si è raggiunto l'opposto con ragazzine che a 12 anni si vantano di aver già avuto rapporti completi e le vittime sono altre: i timidi, i nerd, i gay... ma vedo che l'atteggiamento degli insegnanti non è cambiato, forse è il caso di fare qualcosa, perché io sono stata fortunata e non ho mai subito una vera violenza sessuale e ho avuto la capacità di capire cosa fosse successo, ma per anni mi sono sentita sporca, pur non avendo nessuna colpa.
Dopo anni ho capito che questo atteggiamento è lo schifosissimo atteggiamento di maschilismo che dice che se una donna viene violentata è per colpa sua e non per colpa di uomini che non sono in grado di tenere tra le gambe il loro peduncolo pruriginoso. La colpa continua ad essere di chi vuole piacersi, ma se lo fa rischia di piacere troppo ai signori uomini. La colpa è di una cultura nuovamente illiberale e maschilista, che vede la donna come buco dove soddisfare i propri bisogni fisiologici. 
Quindi cominciamo ad educare chi dovrebbe crescere una parte della mentalità dei nostri figli, perché io posso così cercare di crescere bene mia figlia, ma se poi questi sono gli insegnamenti che riceve a scuola, non posso stupirmi che subisca violenza perché diversa dalle altre (come è successo a me) o che al contrario si ribelli e diventi lei una violenta.