domenica 15 maggio 2011

La Svizzera e la dolce morte, non solo cioccolato!


Gli svizzeri ogni tanto mi stupiscono! A parte lo stupore quando varchi confine di vedere ordine e pulizia: la gente che butta la carta nel cestino, i proprietari di cani che girano con paletta e sacchetto per raccogliere i prodotti dei loro amati quadrupedi, fontane ad ogni angolo dove bere senza dover pagare soldi agli esosi baristi, che in Italia sono ormai in grado di farti pagare l'acqua del rubinetto! In più ogni tanto (poco) vengono chiamati ad esprimersi su referenda.
Questa settimana i cittadini di Zurigo sono stati chiamati ad esprimersi sul "suicidio assistito" anche sui non residenti e non svizzeri. L'ottanta percento dei votanti ha scelto che venisse lasciata la possibilità di procedere con una pratica da noi impensabile. Riporto dal sito di Repubblica: "In Svizzera, il suicidio assistito è consentito dal 1941, a condizione che non sia legato ad alcun motivo egoistico ed è ammesso solo in modo passivo, cioè procurando a una persona i mezzi per morire, ma non aiutandola a farlo". Sempre dal sito di Repubblica:"spiega ancora Coveri (presidente di exit Italia,Centro di studi e documentazione sull'eutanasia NDR) raccontando come tutto avviene. "Il posto è confortevole - assicura il presidente di Exit Italia - si sceglie la musica che deve accompagnare alla fine, si sta con i propri cari, si ha il conforto dei medici e dei volontari. Si prendono due pasticche anti-vomito. Dopo 10 minuti, se si è ancora convinti, viene somministrato un composto chimico contenente un barbiturico e un sonnifero potentissimo che addormenta profondamente. Impiega 3 minuti a far chiudere gli occhi, nei successivi 5 sopraggiunge l'arresto cardiaco. Non si prova alcun dolore naturalmente"."
Mi piacerebbe vedere la reazione di alcuni nostri politici e di una parte di cittadinanza di fronte a una proposta simile! Se penso che la Svizzera è a pochi chilometri da casa mia e che la mentalità è così differente mi fa un po' impressione. Continuo a pensare che avere il Vaticano in casa sia la nostra rovina! Perché il tarlo che mi rode è sempre lo stesso: perché limitare la libertà degli altri? Se un cattolico non può accettare certe "libertà", dato che la religione non glielo permette, perché non lasciare che chi non è cattolico non possa "usufruirne"? Della serie:"Ma chi vi obbliga a divorziare, ad abortire, a suicidarvi o a praticare l'eutanasia?" Ma lasciate noi, miscredenti, vivere e morire come vogliamo, tanto... se poi avete ragione voi, noi bruceremo nelle fiamme dell'inferno, voi svolazzerete felici tra le nuvole del cielo tra angeli e santi. Dovreste avere la forza della fede dalla vostra parte e non temere di scivolare di fronte alla tentazione. Fatevi forza e accettate le diversità, alla fine sono proprio le diversità che ci permettono di vivere in un mondo così bello, pieno di colori e culture. Se fossimo tutti grigi... sai che noia!

martedì 3 maggio 2011

Il perché del silenzio


Non mi sono scordata del blog e non ho smesso di pensare, solo poco più di un mese fa mi è successo un incidente col mio gatto e il pensiero si è cristallizzato su di lui. Non so cosa sia successo esattamente, ma il mio Giogino è stato malissimo. Ho cercato di indagare nei primi giorni per capire se qualcuno lo avesse avvelenato e un vicino mi ha lasciato intuire che c'è chi vorrebbe farmi del male e la cosa mi ha spaventato. Non mi spaventa che mi voglia fare del male, perché me lo ha detto a chiare lettere, ma che faccia del male a un essere indifeso è da codardi e infami. Anche perché non fa del male solo a me, lo fa a mia figlia che a soli quattro anni si è trovata a dover capire cosa fosse la morte di un affetto. Ora il tato sta meglio, non so se effettivamente è stato avvelenato, sta di fatto che non avendo ancora la certezza della sua situazione fisica è relegato in casa, tra farmaci e flebo. Quell'uomo che già mi ha minacciato mi fa pena per quello che è e spero tanto non sia così schifoso da fare del male a un animale così dolce da fidarsi di chiunque lo avvicini. Per quasi tre settimane il mio gattone è stato ricoverato, per nove giorni è stato tra la vita e la morte, in uno stato che definirei coma. L'ho visto in condizioni pietose. L'ho visto rimanere pelle e ossa. L'ho visto perdere tutto il pelo. L'ho visto tremare per la tossicità del suo stesso sangue. Ho pianto litri di lacrime e se questo è dovuto a lui, al piccolo principe, come viene soprannominato... non so nemmeno se augurargli del male, perché dentro ha talmente tanto marcio che nemmeno il male può sentire, lui è il male! Anche se prega il suo dio, se crede negli angeli e nei santi, nella madonna e negli apostoli... è un individuo orrendo!
Spero di tornare presto, di riprendere forza e coraggio, perché il mio cervello funziona, sono le forze che scarseggiano!