
Cari genitori,
Oggi ho partecipato a una riunione con altre mamme, le maestre e il direttore scolastico della scuola frequentata da mia figlia, scuola dell’infanzia.
Una delle problematiche emerse è la difficoltà con i bimbi di genitori stranieri. Difficoltà che credo siano più nostre paure che reali problemi, ma che sicuramente portano a galla le preoccupazioni di noi genitori in questa società sempre più multiculturale. Ci sono dei punti che dobbiamo tenere a mente, per capire meglio e aiutarci a convivere una realtà sicuramente non semplice. Ad esempio ricordiamo che se queste persone sono qui, lo fanno anche contro il loro interesse. Credo che nessuno vada via dalla sua patria se non nella speranza di trovare qualcosa di migliore. In questo particolare momento storico la prima cosa che si pensa è il ritorno economico, ma pensiamo anche che gli immigrati non vengono a fare la “bella vita” a nostro discapito, spesso vivono in condizioni misere, che sono comunque migliori delle condizioni in cui vivevano a “casa loro”. Pensate anche che sono cresciuti in culture spesso di repressione e la nostra libertà ai loro occhi può far paura.
Io conosco soprattutto il mondo arabo e per loro il trovarsi di fronte a donne emancipate è forte. Chiunque cresciuto in una condizione di superiorità sul qualcun altro fa fatica ad abbandonare questo “privilegio”. Anche in molte famiglie italiane c’è questo genere di disparità uomo/donna, meno accentuata, ma esiste e non possiamo nasconderlo: il solo lei fa i lavori di casa, lui porta fuori l’immondizia è indice di disparità. Dobbiamo solo capire che, mentre da noi una parte della politica parla di parità di genere, da loro questo non è nemmeno possibile. Ricordiamo le lotte femministe degli anni ‘70 e cerchiamo di metterci nei loro panni. Noi abbiamo avuto anni per abituarci a questo genere di vita, ma se prendessimo i nostri avi di inizio secolo scorso e li mettessimo a vivere nel 2010 farebbero molta fatica a capire e accettare questa Italia. Pensate un po’ come possono sentirsi gli immigrati che fanno questo passaggio in 4 ore d’aereo (o 12 di nave)!
La cultura viene resa fruibile dallo stato e nel cosiddetto terzo mondo la gente viene tenuta ignorante per evitare che si ribelli. Le scuole coraniche insegnano quasi esclusivamente il corano, per fare un esempio: da noi (per ora) da una parte (nell’ora di religione cattolica) si insegna che l’uomo è stato creato da Dio, dall’altra (ora di scienze) che l’uomo deriva dalla scimmia; nelle scuole coraniche non esiste, l’uomo e una creatura di dio e basta. Null’altro esiste aldilà del corano ed è ovvio che se vieni in contatto solo con questa convinzione è impossibile credere in qualcos’altro, anche nella scienza! La limitazione mentale crea lo stesso effetto del non mangiare: pian piano se non mangi ti si chiude lo stomaco e ricominciare a mangiare può anche essere doloroso, lo stesso succede al cervello: se cresci con una visione del mondo affacciarti su una realtà completamente differente può essere inaccettabile.
Per questo credo che il miglior metodo per “portarli” nella nostra cultura sia parlare con loro, spiegare loro le nostre abitudini e tradizioni. Cercare di allungare una mano per poter dare sia a loro che a noi una migliore vita futura. Ricordiamo che abbiamo a che fare con genitori di altri bimbi, amici dei nostri figli, attuali compagni di gioco, futuri compagni di scuola e magari di vita.
Non fossilizziamoci sulle differenze, sulla religione, sul modo di vestire, di cucinare… anzi sfruttiamole queste differenze, per arricchire noi e loro, per scoprire nuove realtà magari piacevoli come quella che già stiamo vivendo, con la certezza di avere un futuro migliore, ma soprattutto renderlo migliore ai nostri figli.
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