mercoledì 20 ottobre 2010

La TV: un'arma per assopire i cervelli e governare meglio.


Ieri è uscita la notizia che il programma di Fabio Fazio in collaborazione con Saviano aveva problemi di cachet troppo alti. Quel comunista di Benigni aveva chiesto 250.000euro! Poi salta fuori che Robberto (per dirla alla Loren) andrebbe anche gratis e allora la crisi da finanziaria diventa di nervi e i vertici RAI non sanno più che fare, i contratti non li stipulano, ma vogliono che vadano in onda. Ah sì. grazie, va bene che Fabio Fazio è bravo, ma una trasmissione intera con solo loro due (Fazio/Saviano) sarebbe ben poco accattivante e lo sanno bene i signori che stanno cercando qualsiasi mezzo per salvare capra e cavoli: farli andare in onda, ma senza che la gente li guardi.

Chissà come mai i problemi di contratto, di costi li hanno solo trasmissioni che possono dare fastidio al premier, le altre le minchiate o le trasmissioni di "destra" possono spendere come vogliono i soldi pubblici. Tipo, dopo tutta la polemica sul caso Sarah Scazzi: il circo mediatico che sta esagerando, la gente che va in pellegrinaggio per vedere il luogo dell'uccisione... Vespa si è fatto costruire il plastico della villetta. Tra un mese porterà in studio questa e quella di Cogne e dimostrerà quanto sono simili le due case, portando come ipotesi "l'architettura che influenza la mano assassina"? Oppure, altro esempio, volete dirmi che i costi di San Remo sono inferiori? Eppure visti i flop degli ultimi anni della maggior trasmissione canora italica, forse forse dovremmo pensare a tagliare se non l'intera manifestazione, perlomeno qualche ora o giornata in programma.

Notare che si parla solo della RAI, della tv pubblica, di quell'istituzione che dovrebbe portare cultura nelle case italiane e non solo cultura di centro-destra, cultura in generale, garantire l'informazione plurale, non solo quella gradita al governo. Quante volte abbiamo parlato di cultura e televisione? Purtroppo una nota di merito al signor Berlusconi la dobbiamo: è stato abile ad assopire le menti degli italiani, dagli anni ottanta ad oggi è riuscito in quello che ora si può vedere come chiaro intento di rimbambimento della popolazione a suo uso e consumo. Se gli italiani fossero meno rimbecilliti da undici anni di grande fratello forse sarebbero già scesi in piazza a mandare a casa questo governo che ci sta portando alla rovina, invece... inizia il grande fratello e milioni di italiani stanno incollati a vedere chi c'è nella casa, a scommettere su chi sclererà prima, chi farà sesso con chi, chi è carogna e chi buono, ecc ecc. Senza rendersi conto che chi c'è lì dentro non è lì per caso sono lì perché degli psicologi hanno analizzato chi mettere per ottenere il massimo degli ascolti, le liti migliori! E la gente sta lì col cervello in panne come la mia auto in un giorno di pioggia, peccato che lei se la spingo poi riparte, i cervelli di molti sono invece ormai da rottamare, speriamo continuino gli incentivi!

venerdì 15 ottobre 2010

Libertà è anche manifestazione!


Oggi a Lecco ci sarà una cena per 500 delegati italiani e non, capeggiati dalla ministra Brambilla, il fine di questa parata è il rilancio turistico della città. Fin qui tutto bene, visti i problemi economici degli ultimi anni, l'evoluzione turistica potrebbe essere la scelta giusta per un rilancio dell'economia lecchese. Peccato che per fare questa cena venga chiusa al traffico metà Lecco e badate bene, non solo traffico automobilistico, ma anche pedonale. Insomma se oggi dovete passare per Lecco state attenti: se siete in macchina sarete costretti a passare dalla parte "alta" della città, se siete a piedi non avvicinatevi al centro di Lecco o come è stato promesso ad alcuni esponenti politici dell'opposizione: "verrete blindati". Insomma, lasciate che la ministra-reggicalzata faccia il suo show e non rompete le scatole! Peccato che questa chiusura abbia portato i negozianti del centro a reagire alla blindatura affermando (giustamente) che così facendo fanno loro perdere una giornata di lavoro, in un momento, come già ho detto, non roseo per l'economia. Ma consideriamo anche il fronte libertà personale. Perché noi cittadini non possiamo avvicinarci alla nutrita delegazione? Perché ormai si limita la possibilità a manifestare il dissenso? E' ovvio che l'opposizione avrebbe voluto dire qualcosa e una manifestazione simile avrebbe avuto un ottimo eco mediatico, per cui? Minacciamo i probabili contestatori? Dov'è finita la democrazia? Dov'è finita la libertà di manifestazione? Mi sembra di dominio pubblico la deriva antidemocratica del nostro paese, ma chi è contro, chi vorrebbe far sentire la propria voce lo deve fare in silenzio, senza disturbare i teatrino dei nostri governanti, liberi di improvvisare comizi o, come in questo caso, di chiudere completamente una città. Nel momento in cui ci sono all'orizzonte manifestazioni, i nostri governanti fanno terrorismo psicologico, segnalando presunti problemi di violenza a cui potrebbero andare in contro i manifestanti con il chiaro fine di "far passar la voglia" ai moderati che vorrebbero scendere in piazza, ma che temono scontri con la polizia. Polizia che in caso di presunta necessità non attende un attimo in più e aprofitta per alzare i manganelli su chi ha di fronte. Genova è stato l'inizio, da allora ognuno di noi quando deve scendere in piazza un po' di timore lo prova. Ricordo che alla partenza del pullman che ci portava a Roma il 23 marzo 2003, i delegati CGIL distribuirono una kefiah raccomandandoci di non provocare e che se ci fossero stati problemi con la polizia di non attendere, scappare e basta. Fortunatamente non ci furono scontri e tre milioni di lavoratori manifestarono pacificamente in difesa dell'articolo 18, ma dentro ognuno di noi c'era la paura di prendere botte se qualcuno alzava più forte la voce.

Ieri sera ad "Anno zero" Santoro ha cantato "libertà è partecipazione" di Gaber, seguito dal governatore della Lombardia Formigoni, cari, capite il senso del testo della canzone e lasciateci liberi di partecipare e se necessario anche di contestare. Ricordatevi che se lasciate che la gente parli la gente parlerà soltanto, se ci soffocate noi urleremo, se ci limitate con la forza, la reazione sarà per forza violenta: è un principio fisico: ad azione corrisponde reazione.

sabato 2 ottobre 2010

"homo sapiens sapiens"... no "femena"!


A volte ci si chiede perché le donne chiedono le pari opportunità.
Sembra una forzatura femminista, come se le donne non fossero già sufficientemente riconosciute nel loro ruolo di "essere umano". Poi leggi certe notizie e improvvisamente te lo ricordi.
Molto probabilmente è vero che le donne che hanno la forza di battersi per avere pari diritti nei confronti degli uomini, sono quelle che vivono con la possibilità di sfruttare questo status, ma leggere che la metà delle donne ha subito un qualche genere di molestia ti fa pensare. Da una parte credo ognuna di noi abbia in un modo o nell'altro subito un qualche genere di violenza, anche non necessariamente fisica, possiamo averne ricevute di psicologiche o anche semplicemente verbale. Dall'altra le donne cresciute in culture meramente maschiliste nemmeno se ne rendono conto.
Il ruolo della donna è sempre più sminuito da una cultura che della donna guarda solo la fisicità e tenta di sminuirne le caratteristiche cerebrali.
Gli uomini sembrano temere determinate forme di ribellione e cercano di "abbassare i toni" con battutine spesso infelici su una eccessività nella richiesta di diritti delle donne, mentre alla fine i ruoli maschili e femminili sono indiscutibilmente distinti e l'uomo gode di maggiori facilitazioni. L'uomo porta fuori la pattumiera perché pesa e puzza; la donna pulisce, cucina, fa la spesa, cura i bambini, riempiendo pertanto la stramaledetta pattumiera che l'uomo porterà al cancello sbuffando e fingendo conati di vomito. Tralasciamo il discorso che se un uomo avesse almeno una volta nella vita i dolori mestruali forse la smetterebbe di fare il moribondo per mezzo grado di febbre ovviamente e torniamo a discorsi seri...
L'articolo di cui parlavo inizialmente insomma parla di queste donne immigrate che una volta di fronte ai diritti di cui potrebbero usufruire come italiane, si ribellano e cercano quella che dovremmo chiamare integrazione. I mariti ovviamente non lo accettano: avendo il ruolo di dominanza non vogliono perdere il diritto di sottoporre un essere umano per i propri scopi, per cui la violenza esplode. La soluzione dovrebbe quindi essere per Abdallah Khezraji (Vice Presidente della Consulta regionale per l’immigrazione) lasciare perdere gli immigrati e confidare nelle cosiddette seconde generazioni. Dovremmo essere soddisfatti di ciò? E le donne che stanno subendo dai loro mariti adesso? Ce ne freghiamo? Tanto sono cresciute abituate a questo genere di trattamento, per cui non se ne rendono nemmeno conto?! A me non va bene, sarà che sono cresciuta pensando che io sono un essere umano, non una femmina, per cui quando un uomo mi tratta come la tv insegna a trattare le donne, mi sento umiliata e l'unica mia reazione sarebbe quella di tirargli un sinistro tra i denti! E la paura che provo è quella di essere sempre più considerata femmina e meno "homo sapiens sapiens".
Quindi cari non stupitevi se lotto perché le conquiste della donne siano scritte e non più delle leggende metropolitane, ma vista la parabola culturale in fase discendente preferisco mettermi al riparo da ricadute storiche.