sabato 25 settembre 2010

Da Adro un altro esempio di intolleranza


Mi sembra quasi di sentirle le grasse risate di quegli esseri maiali-formi mentre decidevano di non rispettare la religione di bambini innocenti. Parlo dei leghisti di quel comune ormai simbolo dell'intolleranza padana: Adro. Parlo della loro nuova trovata: non accettare limitazioni al menù dei bimbi a meno che non sia per intolleranze alimentari. Ovviamente questo coccia rumorosamente contro la religione islamica e con la richiesta di non dare da mangiare maiale a bimbi musulmani o mucca a bimbi induisti. Me li sento mentre decidono di fare l'ennesimo "scherzetto" a queste comunità, me li sento mentre prevedono note di merito dai vertici del loro partito.
Ho vissuto a lungo con musulmani durante la mia esperienza di studentessa universitaria lontana da casa e una cosa mi è rimasta in testa: se dai da mangiare maiale a un musulmano e lo fai a sua insaputa il peccato è tuo non suo. Io non credo in nessuna religione, ma se c'è un dio credo che non sia il dio musulmano o cattolico o induista, credo sia un dio di tutti e se veramente vorrà punire questi individui capaci solo di odiare e imporre divisione in una società che avrebbe bisogno di integrazione e unità lo farà con grande gioia e durezza. Mi chiedo sinceramente cosa credono di fare imponendo queste regole. Credono forse che gli stranieri torneranno a casa? Non pensano che probabilmente questi bimbi cresceranno e diventeranno intolleranti tanto quanto lo sono questi simil-politici nei loro confronti?
Vorrei tanto che gli italiani capissero e reagissero alle ingerenze della lega: crocifisso inchiodato ai muri delle classi scolastiche, ma rispetto della religione pari a zero: non mi sembra che alle feste del carroccio il venerdì si servano solo menù vegetariani, eppure sarebbe regola farlo. Vietato suonare l'inno di Mameli nei comuni da loro governati, peccato che poi questi sindaci vadano Roma a batter cassa quando sono in ristrettezze economiche, salvo poi tornare nella loro padania e gracchiare il motto da anni di moda: "Roma ladrona". Eppure sono al governo e a Roma sono ormai stanziali, prendono un signor stipendio e da lì non si vogliono schiodare. Parlano di giustizia morale ed etica, ma solo se riguarda gli altri, quando riguarda loro chiudono le regole nel cassetto, fanno le loro porcate e si gonfiano come gli uccellini di fronte a un pericolo... come vorrei ci decidessimo a tirare fuori le unghie come fanno i gatti e finalmente riuscissimo ad abbatterli. Peccato non si possano poi mangiare: con tutto il veleno che hanno nel sangue rischieremmo di morire avvelenati, vorrà dire che li seppelliremo nelle discariche e per far loro dispetto proporrei quelle del sud.

martedì 21 settembre 2010

"Allenati per la vita": scuola di guerra nelle classi italiane


Quando ho letto la notizia ho creduto in una bufala colossale, poi ho deciso di indagare e ahimè ho scoperto che non lo è: nata dalla sinergia tra La Russa e Gelmini nasce "allenati per la vita". Di cosa si tratta? Semplice scuola di guerra nei licei italiani. Con la scusa dell'avvicinamento dei giovani all'esercito alla protezione civile e alla CRI si organizzano corsi nelle scuole superiori dove i ragazzi imparano:
  1. cultura militare
  2. topografia ed orientamento
  3. diritto costituzionale
  4. difesa nucleare, batteriologica e chimica
  5. trasmissioni
  6. armi e tiro
  7. BLS e primo soccorso
  8. mezzi dell'esercito
  9. superamento ostacoli
  10. sopravvivenza in ambienti ostili
Oltre a questi punti base ovviamente i ragazzi impareranno anche a tirare con l'arco e a sparare con una pistola (ad aria compressa), corsi utilissimi nel caso in cui volessero diventare medici o volontari della protezione civile!
Altra motivazione a dir poco ridicola è che il "lavoro di squadra" aiuterebbe la lotta al bullismo... eh sì, perché chi già si sente forte vedendo un compagno di classe "nerd" in difficoltà durante un percorso di guerra lo sente molto più vicino, non lo fa sentire ancor più forte e in diritto di sopraffarlo. Probabilmente questi signori sono abituati ai film americani dove lo sfigato di turno, dopo un simile corso si trasforma in Rambo e salva la scuola dell'attentato terroristico organizzato dall'istituto vicino che non aveva avuto l'opportunità di seguire il corso di sopravvivenza armata!
Ho trovato anche il power point che è stato mandato alle scuole Lombarde per presentare l'iniziativa e in effetti è sconcertante vedere che le classi di studenti vengono chiamate "pattuglie", termine che mi sembra essere discretamente militare, non esattamente da Croce Rossa o da volontari del soccorso.
Mia nonna mi racconta di quando a scuola li obbligavano a fare ginnastica, tanta ginnastica e lei, fisicamente attiva come la sottoscritta, che normalmente si definisce "larva", cercava tutti gli escamotage per poter evitare, ma stiamo parlando della fine degli anni '30, ops... ma guarda epoca fascista! Che caso, mi sovviene un legame tra l'epoca che stiamo tristemente vivendo e quell'epoca, ma è un legame che ogni giorno è più forte e vivo.

domenica 19 settembre 2010

Tramontiamo il "sole delle alpi"


Dopo le proteste di ieri e l'intervento del ministro dell'istruzione pensavo che la questione della scuola di Adro fosse risolta e invece il sig. sindaco oggi è intervenuto dicendo che toglierà il "sole delle Alpi", meglio conosciuto come il simbolo leghista solo se a chiederglielo sarà Umberto Bossi.
Tanto per cominciare mi chiedo perché un ministro della repubblica sia intervenuto con tanto ritardo e abbia aspettato che la gente scendesse in piazza per timidamente bussare sulla spalla del primo cittadino e chiedere di togliere le centinaia di cerchietti decorati da un edificio scolastico pubblico. Ritardo sostanziale per due motivi: il primo è che finché i ragazzi saranno a scuola voglio vedere come faranno a grattarli via dai banchi, dalle sedie e dai vetri e in secondo luogo dopo i soldi spesi per farli, adesso l'amministrazione ne spenderà altrettanti per levarli, come se fossimo in un momento di benessere economico. Ridicolo poi che il sanetur e Maroni siano intervenuti dicendo che forse era il caso di fermarsi all'intitolazione della scuola a Miglio e magari a un bel cerchio grande e ben visibile, ma esagerare come si è fatto ad Adro è troppo anche per loro.
Già ne abbiamo parlato tante volte ma una volta di più mi chiedo come si possa accettare che al governo possano esserci questi arroganti. Come siamo arrivati ad un livello culturale così basso da votare (anche con stragrande maggioranza) la lega? Gente che crede di avere il diritto di insultare e mettere le mani addosso a chi (provocatoriamente) gira per strada con la bandiera italiana . Colmo dei colmi poi il fatto che la polizia, al posto di identificare e fermare i violenti, ha reagito contro chi "difendeva" lo stato italiano.
Gente che urla Roma ladrona e non si rende conto che, tanto per fare un esempio tra tanti: "er Trota" prende 22.000 euro al mese solo per essere il figlio di Umberto Bossi e non per particolari capacità, basta sentirlo parlare per avere attacchi di ilarità o vomito a seconda della propria sensibilità.
Continuo a chiedermi com'è possibile che ci siamo bruciati così tanti neuroni, poi accendo la tv e il mio cervello va in tilt sentendo discussioni di un'inutilità incredibile e mi rendo conto che se la gente è abituata a un simile livello, beh capisco perché poi va in loop quando qualcuno cerca di farli ragionare.
Da dove cominciamo? Come facciamo a svegliare le menti ormai in coma profondo? Come possiamo pretendere di mandare a casa questi mentecatti se la gente con occhi a palla vede solo verde? Se sente un ragionamento un po' più aperto, come i tori vede rosso, scalcia, sbuffa e urla solo insulti, chiudendo i boccaporti e rimando fermo immobile su idee non proprie, ma inculcate da chi gliele urla a suon di sberleffi e volgarità.
Come facciamo a far tramontare per sempre il "sole delle alpi"?

sabato 18 settembre 2010

La morte è uguale per tutti


Ieri un paracadutista è morto in Afganistan, il trentesimo italiano che cade in questa che ancora viene chiamata missione di pace, ma che di pacifico ha ben poco.
Come ogni volta che muore un militare il grande cuore italiano batte all'unisono, ci si stringe verso la famiglia e lo si seppellisce con le massime onorificenze.
Oggi però un fatto strano è accaduto: la curva del Livorno, durante il minuto di silenzio non è stata zitta, ha fischiato provocando ovviamente un boato di polemica. Il sindaco di Livorno li ha tacciati di essere irrispettosi verso la vita. La vita? Ma andiamo un po' più a fondo nella questione, parliamo di vita, ma perché dobbiamo onorare un militare, morto violentemente, all'estero, ma anch'egli sul lavoro, come ogni giorno accade in Italia a lavoratori la cui vita è dignitosa tanto quanto quella dei soldati in forza al nostro esercito. Perché quando muore un lavoratore il suo nome scompare, diventa solo un numero da aggiungere alla lista delle morti bianche, alla mera statistica, nessuno gli fa onore e lo si sotterra nell'indifferenza generale? Eppure anche i lavoratori sono esseri umani, anche gli operai fanno servizio per il bene comune, che differenza c'è tra loro e i militari? Perché gli operai devono sentire ogni giorno porcate come quella di Tremonti che dice che la legge 626 è un lusso e nel contempo vedere che chi ha scelto di imbracciare le armi viene onorato? Io non credo che ci siano persone di serie A e persone di serie B: siamo tutti esseri umani, con gli stessi diritti e gli stessi doveri, non importa che lavoro facciamo, non importa il colore della pelle, non importa se maschio o se femmina, siamo tutti degni di rispetto, dobbiamo piantarla di farci gettare fumo negli occhi da questo governo di burattini in mano al sig. Berlusconi che non fa nient'altro che dimostrare che gli uomini devono usare la forza e le donne l'avvenenza per avere ragione. Stiamo degenerando tutti: semplifichiamo i fatti, vediamo solo la buccia, non andiamo al nocciolo, ci preoccupiamo solo di come si fanno le cose e non del perché le si fanno. Se ricominciassimo ad ascoltare ci renderemmo conto che i leghisti dicono le cose bene, ma dicono una sequela di cazzate. Che al governo abbiamo farlocchi intenti a soddisfare il premier nelle sue richieste più astruse, a farlo rimanere fuori dal carcere, che firmano leggi senza nemmeno sapere cosa c'è scritto, che se ne fregano dei lavoratori perché sono troppo impegnati a preoccuparsi delle aziende del capo. Non abbiamo un ministro dello sviluppo economico da 137 giorni e speriamo che l'economia riparta, senza renderci conto che di sviluppo se ne stanno occupando, ma non di quello dell'Italia, quello del loro conto in banca. Rendiamoci conto di una cosa: il divario tra ricchi e poveri è sempre più ampio e insanabile, solo che ci tengono buoni con programmi tv sempre più volgari e da cerebrolesi. Chi si lamenta viene accusato di essere comunista o di non avere sensibilità, picchiato e insultato, passato sotto silenzio se possibile, un po' come si faceva durante il ventennio, ma che ci caschino anche quelli di centro-sinistra è grave: cerchiamo di ragionare prima di sparare la prima cosa che ci passa per la testa!

Mamme alla deriva


Mia figlia ha tre anni e mezzo e questa settimana, finalmente, ha iniziato la scuola dell'infanzia. Sarà che ha già frequentato per due anni l'asilo nido, ma non ho avuto un grosso disagio nel lasciarla a scuola da sola.
Dico questo perché mi sono trovata di fronte a madri piangenti e deliranti nel momento in cui hanno dovuto staccare dalla gonnella il pargolo adorato. In effetti sono già riuscita a farmi riconoscere e odiare: dopo una discussione sulla sofferenza di questi poveri piccoli bimbetti nel dover abbandonare la casetta adorata per raggiungere questo ostile luogo di tortura che sono le materne, mi è uscita la frase caustica: "Ma non avete ancora superato la depressione post-partum?" E' uscita dalla mia bocca senza che me ne rendessi conto, ma non riuscivo più a tollerare queste donnine inermi, che tremanti prevedevano l'ospedalizzazione di bimbi in preda a crisi di anoressia e insonnia per l'abbandono subito. Già le maestre mi avevano avvisato: negli anni hanno spesso vissuto l'esperienza di madri improvvisamente colte da crisi di follia che vagano per la strada di fronte alla scuola piangenti e deliranti. Madri che si nascondono dietro il muro di cinta con l'orecchio teso per poter sentire anche solo un singulto dell'adorato figlioletto e poter così entrare a riprenderlo. Con i miei occhi ho visto le due maestre prendere una il bimbo, l'altra l'essere umano adulto e tirare in direzioni opposte per staccarli e permettere al bimbo di interagire con gli altri compagni di scuola. La madre è rimasta poi fuori dal cancello piangente per un'ora, il bimbo dopo dieci minuti rideva e giocava tranquillo come una Pasqua.
Lo stesso giorno (il secondo giorno di scuola) avevo portato la piccoletta alle 9.00 scoprendo che avrei dovuto portarla alle 10.15, quindi per evitare traumi all'infanta mi chiedono di rimanere almeno un'ora a tenerle compagnia. Con disappunto di entrambe obbedisco, con lei che ogni cinque minuti ripeteva: "Quando te ne vai? Ma te ne vai o no?" Durante quell'ora mi ha stupito una bimbetta che, disubbidendo alle maestre, continuava a correre e urlare. Arriva la madre e la maestra le spiega che la bimba non accetta le regole, che dovrebbe essere abituata ad ascoltare e a fare quello che dice l'adulto. La madre si scusa e conferma la sua difficoltà nel gestire la piccola peste. Il giorno dopo di fronte alle altre madri (in preda alla crisi collettiva) con aria sconvolta esce con:" Ma vi rendete conto che le maestre vorrebbero che io imponessi delle regole a una piccolina di soli tre anni?"
Tutto questo mi fa pensare agli adolescenti fuori controllo: non vorrete dirmi che gli adolescenti sono peggiorati per una deriva genetica, vero? Io sono convinta che questi atteggiamenti morbosi siano la causa delle crisi da teen-ager. Vi rendete conto che un padre si lamentava di aver dovuto chiedere ferie, perché la moglie non era in grado di gestire l'inserimento del figlio da sola? Come si può poi pretendere che la stessa lo educhi? I bambini anche se a soli tre anni sono intelligenti e vedere la propria mamma che scoppia in lacrime al momento del distacco da una parte li fa soffrire, dall'altra gli fa capire che hanno un'arma potentissima tra le mani: la debolezza della madre e statene certi, in un modo o nell'altro la sfrutteranno! Ma le signore mamme con occhi da cerbiattone ferite dicono di non poterne fare a meno... e non si rendono conto che per dimostrare il loro grande cuore stanno rovinando i loro figli e il loro stesso futuro.
Pensateci signore, perché se a sedici anni vostro figlio vi punterà il coltello alla giugulare perché vorrà la nuova versione di play-station... beh probabilmente è per colpa vostra!