lunedì 9 agosto 2010

Violenza per troppa fiducia?


Fa caldo, tempo di vacanze, tempo di feste... tempo di violenze sessuali.
Durante questo weekend due giovani ragazze straniere in vacanza in Italia sono finite in ospedale, dopo aver subito violenza e come ogni volta tornano di moda i commenti a riguardo: dal non si tratta di violenza, al se lo è meritato, al non esageriamo, al tagliamo loro le palle ecc ecc.
Ma pensiamo anche solo al messaggio difforme che ci viene dato dalla televisione e da un premier che continua imperterrito a portare ad esempio ragazze che hanno fatto del loro corpo il solo punto di riferimento per la considerazione di maschi malati. Poi ci stupiamo che abominevoli critici incolpino ancora adesso le ragazze reali di provocare i maschi e di meritare la violenza. Ogni giorno abbiamo di fronte esempi di ocaggine da una parte e machismo dall'altra e ci stupiamo che ragazzini credano di avere il diritto di mettere le mani addosso a ragazze che hanno la sola colpa di fidarsi dell'esempio che viene loro dato.
I primi anni di università avevo un'amica che può essere considerata un esempio di come possono essere diverse le cose: la mia amica era cresciuta in un ambiente estremamente cattolico, quello vero, quello giusto, fatto di rispetto per il prossimo, di preghiera, di sesso dopo il matrimonio. Improvvisamente questa ragazza si è trovata a vivere in un ambiente universitario, dove non ci si preoccupava del giudizio degli altri e se ci si voleva vestire con shorts inguinali e bere litri di birra nessuno si stupiva. La libertà sessuale era la normalità, per noi, non per lei che non si rendeva conto che il vestirsi con miniabiti portava maschietti ormonalmente attivi a provarci con lei, che di norma reagiva urlando e piangendo, di fronte a ragazzi perplessi che non capivano come potesse una ragazza da una parte provocare e dall'altra pretendere rispetto. Noi che lo sapevamo eravamo sempre all'erta perché la maggior parte le dava della stupida e se ne andava, ma alcuni l'avrebbero violentata se non fossimo intervenuti noi amici a difenderla. Quando ieri ho letto che gli amici del ragazzino inquisito per lo stupro di una diciassettenne si sono detti stupiti dell'accusa mossa verso il loro amico (che ha lasciato in un lago di sangue la ragazza, con conseguenti 5 punti di sutura) dicendo che "magari c'è andato giù un po' pesante" ho pensato alla mia amica a quanto anche lei potesse sembrare disponibile e a quanto questo fosse differente dalla realtà.
Non mi va bene che si giustifichino certe cose con l'abuso di alcool e droghe e al fatto che le ragazze si vestono troppo poco. Non si può giustificare un uomo che abusa della propria forza per avere un rapporto sessuale.
Ma noi viviamo in Italia dove la chiesa punta il dito verso le donne peccatrici e provocatrici e che ancora adesso sminuisce il ruolo della donna nella società. Dove il premier continua imperterrito a fare battute maschiliste, portando ad esempio donne la cui unica caratteristica è la bellezza fisica e alla veneranda età di 74 anni fa il latin lover con ragazzine discinte la cui unica preoccupazione è definirsi "escort" non "puttane"!

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